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domenica 24 aprile 2016

GOD BLESS AMERICA!

Eccomi qui a recensire le ultime tre puntate della nostra amata serie TV d'oltreoceano.
Ci eravamo lasciati con il trionfo dell'imbattibile coppia Underwood uniti, oggi più che mai, non solo dal sacro vincolo del matrimonio, ma anche da una collaborazione politica che non li aveva mai visti così vicini. Infatti anche Claire entra a pieno titolo nell'ambiente politico democratico, poiché proclamata candidata alla carica di Vice Presidente. Good Job, Claire!

Tuttavia questi incessanti eventi politici smbrano gravare sulle spalle (e sul fegato) di Frank, che almeno per il momento, sente di dovere consegnare la palla a sua moglie che continua imperterrita
con la campagna elettorale. Intanto il tema dell'ICO è quello di attualità e Underwood vuole spazzare la minaccia terroristica in Siria senza l'appoggio dei Russi, così da non dare adito alle incertezze sostenute dal Conway circa il Governo e soprattutto per non concedergli materiale per screditarlo in campagna. Conway tuttavia trova l'opposizione di Brockhart, suo candidato Vice. Infatti il Governatore di New York non vuole che Underwood si adoperi velocemente per gli attacchi, perché questo avrebbe significato il ribaltamento dell'opinione pubblica che avrebbe lodato Frank e sbeffeggiato lui, invece il Vice, da buon ex Generale afferma che l'azione di Underwood è un'ottima scelta così da non permettere all'ICO di espandersi.

CHI ERA QUELLO CHE SI ERA ARRUOLATO L'11 SETTEMBRE?

Hammerschmidt. il giornalista dell'Herald, sta continuando a scavare nel passato del Presidente ed è vicino ad aver sciolto la matassa politica oscura e sporca di sangue, anche se non trova l'aiuto di Freddy, che intanto si è ammutinato a Frank. 

Frank Underwood: This is the White House! You will call me Mr. President!

Freddy Hayes: You're a motherfucker!

Frank Underwood: Get out!

Freddy Hayes: My bad, my bad. You're a motherfucker, Mr. President!

Gli viene in soccorso Ramy Danton che sembra accettare di collaborare con lui.
Intanto Tom Yates entra definitivamente nella vita degli Underwood, dopo che Frank gli ha implorato di tornare e di restare al fianco di sua moglie. In tutti i sensi.
I due però non si esimono dal doppio faccia a faccia con Conway e il suo Vice Brockhart. Il punto nodale della discussione gira intorno alla scottante vicenda dell'ICO. Conway afferma duramente che il Presidente Underwood sia stato fino a quel momento troppo "molle" e debole nell'affrontare una questione di sicurezza mondiale e, affiancato dall'ex Generale, sembra avere i due in pugno. Tuttavia gli Underwood sanno parlare al cuore e alla "pancia" dei cittadini americani incolpando proprio i Repubblicani di essersi opposti ad una collaborazione con la Russia. 
Però un colpo di scena fa interrompere la trasmissione e costringe gli Underwood a ritornare immediatamente a Washington: la famiglia Miller è stata rapita e fatta prigioniera da estremisti islamici.
Ovviamente Frank non la prende bene. È una nuova grana a cui dover tenere testa, come se la politica interna e quella estera già sufficientemente calda, non bastassero. La situazione si compromette ancora di più in suo sfavore quando i due estremisti affermano che libereranno i Miller solo se il loro leader Yusuf Al Ahmadi  non abbia lo stesso trattamento degli statunitensi tenuti in ostaggio.
Ma il problema maggiore è ancora un altro: i sequestratori vogliono parlare e negoziare con Conway perché reputato il successore di Frank.
Il negoziato sempre avere i suoi successi che, ovviamente, Conway sbandiera ad ogni vento.
La vittoria finale di Frank sembra diventare sempre di più utopistica.
Intanto i Conway si sono trasferiti temporaneamente alla White House così che la First Lady e l'aspirante trovino modo per conversare ed avere alcuni scambi di battute davvero...









          




Dall'altra parte delle vicende politiche più calde, troviamo Hammerschmidt sempre più agguerrito.
Rintraccia persino Garrett Walker, l'ex Presidente degli States. L'uomo sembra rimanere allibito per la quantità di informazioni ricavate dal giornalista-reporter, ma non può esimersi dal collaborare per partecipare allo scavo della fossa di Francis Underwood. 
L'articolo viene scritto in breve tempo, il direttore dell'Herald in comune accordo con Hammerschmidt decide che va pubblicato in brevissimo tempo dato che Francis Underwood ha momentaneamente abbassato la guardia a causa dell'ICO.
Francis infatti decide che deve Claire a trattare con l'estremista, liberandolo dalla prigione di massima sicurezza a Guantanamo e spostarlo in una residenza in Virginia. Proprio qui Claire dovrà fare pressing affinché l'uomo costringa i rapitori dei Miller a fare un passo indietro.
La First Lady viene a conoscenza che Yusuf non è un siriano, bensì un ex comandante iracheno e gli promette di nuovo il potere se accetta di collaborare con gli Stati Uniti.
Conway intanto è "sbattuto fuori" dalla Casa Bianca e di certo non lo rallegra un articolo dove vengono riportare le parole di del Capogruppo dei Repubblicani che afferma che Conway abbia ostacolato il lavoro dell'intelligence con il caso Miller. A questo punto il Vice di Conway non può che essere ancora di più in disaccordo. Il castello di sembra iniziare a cigolare. 
Hammerschimdt intanto è convocato nello Studio Ovale dove ammiriamo ad uno scambio di battute straordinario a mio avviso. Non ho mai amato così tanto la voce dei due protagonisti e il loro accento statunitense.

Frank Underwood: Do you trust your instincts, Tom?
Tom Hammerschmidt: I always have.
Frank Underwood: Then look me in the eye. I've told you the truth.
Tom Hammerschmidt: What you said, is it on the record now?
Frank Underwood: Do you believe me?
Tom Hammerschmidt: Not for a second.
Frank Underwood: Then no, not a word.

L'articolo del reporter sembra essere in grado di mettere a soqquadro tutto il Campidoglio e, ovviamente, la Casa Bianca, anche la Durant è stata contattata. All'inizio non è stata mica uno stinco di santo. Conway ovviamente sembra aver ritrovato la fiducia anche se inizia un certo malcontento della moglie che inizia a comprendere fin dove può spingersi suo marito affinché raggiunga l'accesso per la Casa Bianca. Sì, è tutto molto bello. Davvero. Ma quante... quante volte abbiamo visto Francis con le spalle al muro? Quante volte l'abbiamo visto morto, fisicamente e spiritualmente? È per caso arrivata la sua ora? No, certo che no.


Il resto lo sapete. È inutile parlarne. Non esiste nulla di umano. Nulla di razionale. Nulla di passionale o, quantomeno, istintivo. È qualcosa di primordiale. Forse un innato istinto di sopravvivenza o, forse ancora, onnipotenza. Solo tre parole:  HOUSE OF CARDS.



VOTO PUNTATE 8+


IL NOSTRO VIAGGIO SI CONCLUDE QUI. MA OVVIAMENTE NON È UN ADDIO, MA UN SEMPLICE ARRIVEDERCI. RINNOVO L'APPUNTAMENTO ALLA PROSSIMA STAGIONE ANCORA IN MIA COMPAGNIA E QUELLA DI DIRETTA TELEFILM!
GOD BLESS AMERICA!
GOD BLESS FRANCIS UNDERWOOD!


















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